A luglio 2019 potrebbero fare ingresso nel catalogo 231 alcuni reati tributari
Si avvicina il termine del luglio 2019 entro il quale dovrà essere recepita nell'ordinamento italiano la Direttiva n. 1371/2017 del Consiglio dell'Unione Europea (c.d. "Direttiva PIF") che dovrebbe comportare l'estensione del catalogo dei reati presupposto 231. Tale Direttiva, diretta a tutelare gli interessi finanziari dell'Unione attraverso la lotta alle frodi, impone agli stati membri (art. 6) di adottare le misure necessarie affinchè le persone giuridiche possano essere ritenute responsabili dei reati di "Frode che lede gli interessi finanziari dell'unione", "Corruzione attiva e passiva", "Appropriazione indebita".
I reati previsti dalla Direttiva PIF comprendono le seguenti condotte:
a) utilizzo o presentazione di dichiarazioni o documenti falsi, inesatti o incompleti, cui consegua l'appropriazione indebita o la ritenzione illecita di fondi o beni provenienti dal bilancio dell'Unione o dai bilanci gestiti da quest'ultima;
b) mancata comunicazione di un'informazione in violazione di un obbligo specifico, cui consegua lo stesso effetto;
c) alla distrazione di tali fondi o beni per fini diversi da quelli per cui erano stati inizialmente concessi;
d) all'utilizzo o presentazione di dichiarazioni o documenti falsi, inesatti o incompleti relativi all'IVA, cui consegua la diminuzione di risorse del bilancio dell'Unione;
e) mancata comunicazione di un'informazione relativa all'IVA in violazione di un obbligo specifico, cui consegua lo stesso effetto;
f) presentazione di dichiarazioni esatte relative all'IVA per dissimulare in maniera fraudolenta il mancato pagamento o la costituzione illecita di diritti a rimborsi dell'IVA;
g) corruzione attiva e passiva;
h) appropriazione indebita, definita come la condotta del funzionario pubblico tesa a impegnare o erogare fondi o ad appropriarsi di beni o utilizzarli per uno scopo in ogni modo diverso da quello da essi previsto;
i) istigazione, favoreggiamento, concorso e tentativo rispetto ai reati di cui sopra.
Salvo verifica delle scelte che il legislatore vorrà intraprendere relativamente all'introduzione delle nuove fattispecie di reato, si prefigura la possibilità che vengano introdotti nel catalogo 231, per la prima volta, alcuni reati di natura tributaria e, prevalentemente, le fattispecie inerenti le frodi IVA.